Le voci della notte

Dendroaspis polylepis (mamba nero)

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view post Posted on 16/9/2012, 12:44
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Dendroaspis polylepis (mamba nero)



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Il mamba nero (Dendroaspis polylepis), considerato uno dei rettili più velenosi e pericolosi del mondo, è un ofide che raggiunge anche i 4 m di lunghezza, una dimensione considerevole per un serpente velenoso.



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Il corpo del mamba nero è piuttosto sottile e muscoloso, caratteristiche che garantiscono una certa agilità a un animale in grado di spostarsi alla sostenuta velocità di circa 20 km/h, arrivando ad essere così il serpente più veloce del mondo ed il più aggressivo.


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Nonostante il suo nome comune, questo serpente non è nero: il dorso presenta una colorazione olivastra più o meno scura, mentre la regione ventrale è di color crema chiaro.


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Il nome di mamba nero deriva dal caratteristico colore nero dell'interno della bocca, che il serpente rende ben visibile quando la spalanca perché si sente minacciato.


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Vive di preferenza nella savana sub-sahariana, dalla Somalia al Sudafrica, e solo in rare occasioni lo si trova nelle regioni della foresta tropicale o equatoriale, giacché lì le possibilità di caccia sono inferiori.


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È una specie diurna che trascorre la notte in tane o rifugi sotto le rocce o in cavità del terreno e non è neppure raro trovarla all'interno di termitai abbandonati.


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Nelle zone in cui abbondano rifugi e prede, è possibile trovarne diversi esemplari in un territorio relativamente ristretto.



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L'alimentazione del mamba nero si basa su animali dal sangue caldo, vale a dire uccelli e mammiferi, anche se nel suo stomaco non è difficile trovare altri serpenti.



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La tecnica di caccia varia in funzione della preda: quando è di dimensioni ridotte, come per la maggior parte dei roditori, il mamba morde l'animale e lo trattiene con un rapido scatto, avvolgendolo finché non muore avvelenato.



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Quando invece la preda è di dimensioni maggiori, il mamba non la trattiene dopo il morso, ma lascia che si allontani per poi seguirla nell'attesa che il veleno faccia effetto, cosa che accade in pochi minuti. A quel punto si avvicina alla vittima e comincia a inghiottirla intera, grazie alla possibilità di separare la mandibola inferiore da quella superiore e alla grande elasticità del corpo.



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Quando la preda è un uccello, il mamba nero non lo lascia volare via, altrimenti gli sarebbe impossibile seguirne le tracce.



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Il mamba nero viene comunemente chiamato "sette passi", poiché l'estrema efficacia del suo veleno, assolutamente letale, non permetterebbe ad un uomo, dopo il morso, di percorrere più di sette passi. Senza cure adeguate, il tasso di letalità di un suo morso è del 100%.


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Nel film Kill Bill di Quentin Tarantino il personaggio di Uma Thurman, Beatrix Kiddo, che si definisce nel film come la donna più mortale al mondo, ha come nome di battaglia "Black Mamba". Nel secondo film (Kill Bill Vol.2) fa la sua apparizione un vero black mamba.
"Black Mamba", è anche il soprannome del famoso giocatore NBA dei Los Angeles Lakers, Kobe Bryant.
Compare anche in un episodio della serie tv A-Team













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view post Posted on 5/10/2012, 16:10
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Il veleno del mamba nero sostituirà la morfina?



Uno dei serpenti più velenosi del mondo produce delle sostanze efficaci come gli oppiacei e privo di effetti collaterali. Ma per produrre un farmaco a uso umano ci vorrà del tempo.

Il veleno di uno dei serpenti più letali del mondo potrebbe aprire la strada a una nuovo genere di antidolorifici. I composti - chiamate mambalgine - isolati nel veleno del mamba nero africano sarebbero infatti efficaci quanto alcuni oppiacei, compresa la morfina, senza però comportare come questi ultimi il rischio di stress respiratori e altri effetti collaterali.

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"È incredibile che tutto ciò sia possibile grazie al veleno di uno dei serpenti più letali", commenta la responsabile della ricerca Anne Baron, dell'Institut de Pharmacologie Moléculaire et Cellulaire del CNRS francese.

Studi precedenti avevano mostrato che il veleno di alcuni serpenti contiene tossine che possono provocare dolore attivando canali ionici aperti all'acido (ASIC) nel sistema nervoso centrale e periferico. Baron e colleghi hanno scoperto che isolando i peptidi ribattezzati mambalgine il dolore diminuisce o scompare del tutto, individuando e inibendo alcuni ASIC all'interno del corpo.

Gli esperimenti finora sono stati condotti solo sui topi. "I meccanismi del dolore sono abbastanza simili tra noi e i roditori, e questo ci fa ben sperare che questi peptidi possano rivelarsi efficaci anche nell'uomo", dice Baron, il cui studio è pubblicato dalla rivista Nature.

Tossine naturali come farmaci, una lunga storia

Il veleno dei serpenti e di altre creature come ragni e scorpioni viene da tempo impiegato a scopi farmacologici, e gran parte della ricerca moderna è concentrata proprio sulle possibilità di sfruttare queste sostanze a scopo curativo per un mercato più ampio.

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Sostanze estratte da cobra, teste di rame, serpenti a sonagli e vipere possono avere effetti su un ampio raggio di malattie, dall'infarto al cancro. "Le tossine velenose animali hanno un elevato tasso di successo quando vengono trasformate in farmaci", afferma l'erpetologo e tossicologo Zoltan Takacs, Emerging Explorer di National Geographic nel 2010. "E non c'è dubbio che questo sarà sempre più vero in futuro, con un numero sempre maggiore di tossine che verranno scoperte".

Le tossine animali sono particolarmente utili nella cosiddetta biomedicina, spiega Takacs, sia per selettività che per affinità. "Le tossine sono ottime sia per individuare l'obiettivo del farmaco", dice, "che come 'modello' per creare il farmaco effettivo".

Benché la scoperta sia incoraggiante, Takacs mette in guardia contro le speranze di un rapido utilizzo nell'uomo. "Per mettere a punto un nuovo farmaco, sono necessari 10 o 15 anni, un miliardo di dollari, e comunque non ci sono garanzie di successo", dice lo studioso.

Baron e colleghi hanno in programma di continuare le loro ricerche fino ai trial clinici, benché consapevoli che ogni passo avanti richiederà anni di lavoro. Intanto però, afferma Baron, hanno ottenuto un brevetto e la società produttrice di antidolorifici Theralpha è già al lavoro sui composti ricavati dai serpenti.



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view post Posted on 22/8/2014, 17:06
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Dendroaspis polylepis


Mamba nero





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Stato di conservazione

Status iucn3.1 LC it.svg
Rischio minimo


Classificazione scientifica


Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Chordata
Classe Reptilia
Ordine Squamata
Sottordine Serpentes
Famiglia Elapidae
Genere Dendroaspis
Specie D. polylepis
Nomenclatura binomiale
Dendroaspis polylepis
Günther, 1864






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Il mamba nero (Dendroaspis polylepis), considerato uno dei rettili più velenosi e pericolosi del mondo, è un ofide che raggiunge anche i 4 m di lunghezza, una dimensione considerevole per un serpente velenoso. Diffuso in Africa, è il più veloce di tutti i serpenti, essendo capace di spostarsi fino a 20 km l'ora.



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Descrizione

Il corpo del mamba nero è piuttosto sottile e muscoloso, caratteristiche che garantiscono una certa agilità a un animale in grado di spostarsi alla sostenuta velocità di circa 20 km/h, per questo motivo, se confrontato con altre specie, è comunemente considerato il serpente più veloce del mondo. Questo serpente è inoltre in grado di muoversi facilmente su ogni terreno, e può sollevarsi da terra per tre quarti della sua lunghezza, dunque 3 metri negli esemplari più grandi, cosa che gli permette di raggiungere senza difficoltà anche gli alberi


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Nonostante il suo nome comune, questo serpente non è nero: il dorso presenta una colorazione olivastra più o meno scura, mentre la regione ventrale è di color crema chiaro. Il nome di mamba nero deriva dal caratteristico colore nero dell'interno della bocca, che il serpente rende ben visibile quando la spalanca perché si sente minacciato. Questa caratteristica, unita alla particolare forma della sua testa (che ricorda una bara), alla sua velocità, alla sua aggressività e alla letalità del suo veleno ha procurato al mamba nero il soprannome di "ombra di morte".



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Distribuzione e habitat


Vive di preferenza nella savana sub-sahariana, dalla Somalia al Sudafrica, e solo in rare occasioni lo si trova nelle regioni della foresta tropicale o equatoriale, giacché lì le possibilità di caccia sono inferiori. In linea generale tende ad evitare ambienti densamente popolati dall'uomo e questo riduce il numero degli avvelenamenti.




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Biologia

È una specie diurna che trascorre la notte in tane o rifugi sotto le rocce o in cavità del terreno e non è neppure raro trovarla all'interno di termitai abbandonati. Nelle zone in cui abbondano rifugi e prede, è possibile trovarne diversi esemplari in un territorio relativamente ristretto.







L'alimentazione del mamba nero si basa su animali dal sangue caldo, vale a dire uccelli e mammiferi, anche se nel suo stomaco non è difficile trovare altri serpenti. La tecnica di caccia varia in funzione della preda: quando è di dimensioni ridotte, come per la maggior parte dei roditori, il mamba morde l'animale e lo trattiene con un rapido scatto, avvolgendolo finché non muore avvelenato. Quando invece la preda è di dimensioni maggiori, il mamba non la trattiene dopo il morso, ma lascia che si allontani per poi seguirla nell'attesa che il veleno faccia effetto, cosa che accade in pochi minuti. A quel punto si avvicina alla vittima e comincia a inghiottirla intera, grazie alla possibilità di separare la mandibola inferiore da quella superiore e alla grande elasticità del corpo. Quando la preda è un uccello, il mamba nero non lo lascia volare via, altrimenti gli sarebbe impossibile seguirne le tracce.




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Interazioni con gli umani


In genere è un serpente riservato che tende ad evitare il confronto con l'uomo allontanandosi non appena avverte la presenza umana; tuttavia se calpestato o minacciato o senza via di uscita può diventare aggressivo, soffiando e mordendo ripetutamente. Nonostante questo sono stati riportati dei rari casi di esemplari con uno spiccato senso di territorialità in grado di attaccare e addirittura inseguire gli esseri umani.



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Questo serpente è ritenuto comunque molto aggressivo e mortale, per questo motivo è ucciso e perseguitato da molti africani non appena lo vedono, tuttavia quest'attività è molto pericolosa in quanto espone queste persone al rischio di essere morse e uccise a loro volta.

Nonostante le sue doti di aggressività e velenosità, non è il serpente che causa più decessi in Africa, infatti grazie alla sua vivacità in genere fugge dall'uomo in anticipo (diversamente da alcune vipere che rimangono immobili e mordono quando sono già state calpestate).


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Il veleno


Il veleno del mamba nero è formato principalmente da neurotossine ed ha un LD50 di 0.25 mg/kg. Un morso solitamente ne inietta 120 mg. Il veleno di questo serpente è così letale perché contiene neurotossine (come le potenti dendrotossine) e cardiotossine, inoltre è meno viscoso rispetto al veleno degli altri serpenti e questo ne velocizza l'immissione nel sistema circolatorio e quindi gli effetti, questa scarsa viscositá è anche dovuta allo scarso peso molecolare delle dendrotossine. È in grado di uccidere un topo in meno di 20 secondi.


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Il mamba nero viene comunemente chiamato "sette passi", poiché l'estrema velocità dell'effetto del suo veleno, assolutamente letale, non permetterebbe ad un uomo, dopo il morso, di percorrere più di sette passi. Senza cure adeguate, il tasso di letalità di un suo morso è del 100%. Questo letale veleno, come quello di tutti gli appartenenti alla famiglia degli elapidi (cobra, krait, serpenti marini, taipan ecc.) è neurotossico, ossia attacca il sistema nervoso, provocando la paralisi degli organi vitali, e la morte che nel caso del mamba nero avviene in circa 20 minuti e in alcuni casi dopo pochi minuti.

Per un uomo adulto 10 mg del suo veleno sono già letali, in genere però ne inietta circa 100 mg e in casi eccezionali persino 400 mg.

I sintomi più comuni dell'avvelenamento sono dolore locale, salivazione elevata, sete, vomito, stanchezza, difficoltà a parlare, perdita di coscienza, paralisi respiratoria e morte.


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Antidoto


Prima dell'immissione in commercio dell'antidoto la letalità del morso di questo serpente era totale. Da alcuni decenni però è disponibile un antidoto chiamato SAIMR Polyvalent antivenom prodotto dalla South African Vaccine Producers (Pty) Ltd, il suo codice è SAfSAI03. Per salvare la vita al malcapitato sono spesso necessarie più iniezioni.



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Curiosità

Il suo nome, Black Mamba, è stato adottato come soprannome da diversi sportivi, come Kobe Bryant, Samuel Eto'o, Jorge Lorenzo, dal personaggio principale dei film Kill Bill ed è il soprannome di una 500 magnum nel gioco Modern Combat 4 Zero Hour prodotto da Gameloft.




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view post Posted on 22/8/2014, 17:31
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Ecco l'effetto che fa una goccia di veleno al sangue




 
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