Le voci della notte

Sophia Loren

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view post Posted on 2/1/2013, 14:55
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Mai finirà perchè sei parte dei miei ricordi,parte della mia vita e ciò che mi hai dato,ciò che ti ho dato sempre vivrà!

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Sophia Loren


« Per una carriera ricca di film memorabili che hanno dato maggiore lustro alla nostra forma d’arte »
(Motivazione per l'Oscar alla carriera, Academy of Motion Picture Arts and Sciences)


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Sophia Loren, nome d'arte di Sofia Villani Scicolone (Roma, 20 settembre 1934[1]), è un'attrice italiana.

È riconosciuta universalmente come una delle più celebri attrici della storia del cinema mondiale. Nel 1999, l'American Film Institute la posiziona al 21º posto nella lista delle 25 più grandi star femminili di tutti i tempi. Entra a far parte della settima arte giovanissima e si impone ben presto, agli inizi degli anni cinquanta, come sex symbol grazie al corpo da maggiorata. Da Vittorio De Sica sarà diretta in film come La ciociara, che le valse l'Oscar alla migliore attrice, Ieri, oggi, domani, e Matrimonio all'italiana, per il quale riceverà una seconda nomination all'Oscar.

Durante la sua lunga carriera, ha vinto due Oscar, un Golden Globe, un Leone d'oro, la Coppa Volpi, una Palma d'oro a Cannes, un BAFTA, sei David di Donatello e due Nastri d'argento.


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Biografia
(EN)
« I'm not Italian, I'm Neapolitan! Is another thing! » (IT)
« Non sono italiana, sono napoletana! È un' altra cosa! »

(Sophia Loren nell'intervista con Barbara Walters)



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La giovinezza e gli inizi della carriera



Sofia Villani Scicolone nacque a Roma dalla napoletana Romilda Villani, una modesta insegnante di pianoforte, e da Riccardo Scicolone, affarista nel settore immobiliare. La madre aveva vinto nel 1932 un concorso per andare ad Hollywood come sosia di Greta Garbo, ma rimase incinta e rinunciò. Il padre (figlio del marchese agrigentino Scicolone Murillo) riconobbe la paternità della bambina, che chiamò col nome di sua madre, Sofia, di origine veneta; tuttavia, rifiutò sempre di sposare Romilda, che si trovò ben presto in gravi ristrettezze economiche. Perciò la madre portò la piccola Sofia da Roma a Pozzuoli, in provincia di Napoli, presso la sua famiglia. Qui Sofia trascorse l'infanzia e i primi anni dell'adolescenza, durante la guerra, in condizioni economiche precarie. Napoli e la cultura napoletana saranno presenti costantemente nella vita e nella carriera della Loren, che in molti film recita in napoletano.



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A 15 anni tornò a Roma in cerca di successo, accompagnata dalla madre, e partecipò a vari concorsi di bellezza, fra cui Miss Italia del 1950 (che la premiò come Miss Eleganza, un titolo creato apposta per lei).


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Inoltre, posò per fotoromanzi e partecipò a diverse pellicole cinematografiche come comparsa o in ruoli marginali, che a poco a poco le portarono visibilità, essendo centrati sulle sue qualità estetiche. In un solo anno furono una quindicina i film nei quali fu scritturata. Affiancò anche Corrado, allora divo della radio, nella conduzione di Rosso e nero. Ma la svolta arrivò quando, sempre nel 1951, incontrò il produttore Carlo Ponti: lui la notò a un concorso di bellezza, dove lei era ospite, e il giorno dopo la ricevette nel suo studio per un colloquio.


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Carlo Ponti rimase subito colpito dalle sue potenzialità e le offrì un contratto di sette anni, trampolino di lancio del suo successo. Iniziò da quest'epoca a usare nomi d'arte: per un po' si fece chiamare Sofia Lazzaro, poi, Sophia Loren, così da presentarsi in modo più "internazionale": fu il produttore Goffredo Lombardo a darle il cognome Loren "ispirandosi" a quello dell'attrice svedese Märta Torén (allora le attrici svedesi erano molto in voga).

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La commedia degli anni cinquanta



È da questo momento che la sua carriera prende il volo. Uno dei primissimi ruoli importanti col nome di Sophia Loren fu a fianco di Alberto Sordi interpretando una splendida Cleopatra e quello di una sua sosia in Due notti con Cleopatra di Mario Mattòli nel 1953. L'anno seguente girerà altri film in ruoli secondari come Carosello napoletano di Ettore Giannini, Un giorno in pretura nell'episodio Don Michele, Anna e il biliardo con Walter Chiari di Steno, oppure Tempi nostri con Totò di Alessandro Blasetti; ma il 1954 sarà anche l'anno decisivo per una svolta nella sua carriera interpretando ruoli da protagonista in celebri commedie.


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Importante fra tutti fu il ruolo della pizzaiola Sofia in L'oro di Napoli, che Vittorio De Sica le volle affidare soltanto poco dopo averla conosciuta e dopo un breve colloquio. Dello stesso anno è Peccato che sia una canaglia di Alessandro Blasetti dove incontra per la prima volta il suo partner per eccellenza Marcello Mastroianni.


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Qui interpreta una giovane ladra che cercherà con la sua esuberante bellezza di incastrare l'onesto tassista Paolo, che si difenderà con tutti i mezzi sia dalla giovane Lina e sia dal padre di lei, il professor Stroppiani interpretato da Vittorio De Sica. Il film è tratto da un racconto di Alberto Moravia.


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Nel 1955 i tre attori saranno protagonisti in La bella mugnaia, una simpatica commedia di Mario Camerini ambientata durante l'occupazione spagnola nel sud d'Italia. Dello stesso anno è Il segno di Venere diretto dal maestro Dino Risi, dove veste i panni di Agnese, che a causa della sua bellezza mette in ombra la cugina Cesira di minuto aspetto, interpretata da Franca Valeri. Nel cast figurano Vittorio De Sica, Alberto Sordi, Raf Vallone e Tina Pica.
Con Vittorio De Sica nel film Pane, amore e... (1955).

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Con Vittorio De Sica, Tina Pica e ancora diretti da Dino Risi, sempre nel 1955, Sophia Loren sarà protagonista in Pane, amore e..., dove cercherà con ogni mezzo possibile di sedurre il Maresciallo Carotenuto affinché le conceda una proroga per rimanere nella sua casa. Il film ambientato a Sorrento e seguito di Pane, amore e fantasia e Pane, amore e gelosia (interpretati da Gina Lollobrigida da sempre indicata come la sua storica rivale cinematografica), rimane celebre per il sensuale mambo ballato da Sophia Loren per Vittorio De Sica.


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Il suo primo importante ruolo drammatico arriva per un film diretto da Mario Soldati e scritto tra gli altri da Pier Paolo Pasolini e Giorgio Bassani: La donna del fiume. La Loren da prova di una forte capacità interpretativa. Con La fortuna di essere donna (1956) di Alessandro Blasetti ritorna in coppia con Marcello Mastroianni in una divertente commedia degli anni cinquanta. La celebre copertina su Life del 1955 segna l'inizio della sua carriera internazionale, grazie alla sua prorompente bellezza, che non ha mai rischiato di offuscarne l'aspetto artistico, e l'indubbia bravura come attrice sia leggera che drammatica.



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Hollywood


A partire dal 1956 recita anche in inglese in produzioni statunitensi di rilievo, affiancata da grandi star maschili di Hollywood. È questo il periodo di film come Il ragazzo sul delfino, Orgoglio e passione a fianco di Frank Sinatra e Cary Grant, con il quale, lei stessa afferma, ebbe un breve flirt, oppure Timbuctù con John Wayne, La chiave con William Holden, il western Il diavolo in calzoncini rosa con Anthony Quinn, Un marito per Cinzia ancora con Cary Grant, o La miliardaria con Peter Sellers. Grazie a questi film e a tanti altri, Sophia Loren riuscì a imporsi e farsi amare dal pubblico statunitense e di tutto il mondo, competendo con le grandi star femminili dell'epoca di Hollywood.



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Gli anni sessanta: il successo internazionale


Divisa tra Italia e Hollywood, interpreta innumerevoli film di successo con le più grandi star mondiali, diretta da registi quali Vittorio De Sica, Mario Monicelli, Ettore Scola, Dino Risi, Mario Camerini, Charlie Chaplin, Sidney Lumet, George Cukor, Michael Curtiz, Anthony Mann e André Cayatte. In particolare con De Sica, con il quale gira otto film, forma un ideale sodalizio, spesso completato dalla presenza di Marcello Mastroianni.

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Nel tempo va sempre più affermandosi come una vera icona del cinema italiano nel mondo; la definitiva consacrazione come attrice arriva con l'interpretazione del suo film-simbolo, La ciociara, diretto da Vittorio De Sica. La parte di Cesira era stata offerta, in un primo momento, ad Anna Magnani, mentre la Loren avrebbe dovuto interpretare la figlia Rosetta, e la regia del film inizialmente era stata assegnata a George Cukor.


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Ambientato negli anni della seconda guerra mondiale, il film è tratto dall'omonimo romanzo di Alberto Moravia. All'epoca Sophia Loren aveva solo 26 anni quando inaspettatamente Vittorio De Sica le propose il ruolo di Cesira. Un personaggio semplice e popolano, ma costituito da una grande venatura drammatica che riuscì a far emergere con straordiaria disinvoltura e naturalezza. Molteplici sono le scene emblematiche del film dove la Loren dimostra il suo straordinario istinto recitativo, come la scena dello stupro dentro una chiesa abbandonata, il momento del risveglio con l'abbraccio tragico di calore materno verso la figlia Rosetta pregante e uno sguardo intenso e commovente, oppure la scena simbolo in cui Cesira sfoga la propria rabbia per la violenza subita, cadendo a terra in un pianto straziante quanto liberatorio.


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Questa interpretazione vale alla Loren il Premio Oscar, la Palma d'oro a Cannes, il BAFTA, il David di Donatello e il Nastro d'argento.

Nell'aprile dello stesso anno il TIME le dedica una copertina con una illustrazione di René Bouché.

Dopo il successo della Ciociara Sophia vola in Spagna per girare il colossal El Cid, dove interpreta la bella Jimena, promessa sposa al leggendario condottiero El Cid Campeador interpretato da Charlton Heston; nel cast figura anche Raf Vallone. Del seguente anno è l'indimenticabile ruolo di una procace Zoe, nell'episodio La riffa, diretta da Vittorio De Sica, in Boccaccio '70. Successivamente girerà per lo stesso De Sica altri ruoli di inconfondibile bellezza e solarità.

Negli anni immediatamente successivi reciterà con Peter Sellers in La miliardaria, con Clark Gable in La baia di Napoli, con Paul Newman in Lady L e con Marlon Brando e Charlie Chaplin ne La contessa di Hong Kong.


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Il sodalizio con De Sica e Mastroianni


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Con Marcello Mastroianni in Ieri, oggi, domani (1963)

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Con Marcello Mastroianni in Matrimonio all'italiana (1964)



Del 1963 è Ieri, oggi, domani, in cui interpreta tre ruoli divenuti celebri: Adelina, una giovane napoletana venditrice di sigarette di contrabbando che per sfuggire al carcere cerca di rimanere incinta più volte possibile; il secondo episodio è Anna, una signora milanese insoddisfatta della propria vita, cerca una consolazione in un amore extra-coniugale; il terzo episodio, probabilmente il più celebre è Mara, una prostituta romana che all'inizio cerca di sedurre un seminarista, ma poi comprende che dovrà aiutarlo nel suo cammino spirituale. Rimane nell'immaginario di tutti lo spogliarello che ci regala di fronte a un sognante Marcello Mastroianni. Per questi ruoli riceverà il David di Donatello come migliore attrice protagonista, mentre il film ottiene numerosi premi, tra cui il Premio Oscar come miglior film straniero nel 1965.


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Del 1964 è invece, Matrimonio all'italiana, tratto dalla commedia Filumena Marturano di Eduardo De Filippo. Vittorio De Sica le assegna un altro celebre personaggio, quello della prostituta Filumena, complesso e battagliero. Una donna che cerca di rifarsi una vita credendo all'amore di Domenico Soriano (interpretato da Marcello Mastroianni), e poi con ogni mezzo trova il modo per garantire un futuro ai suoi tre figli, che ha nascosto per tutta la vita, sposando don Dummì. Un'eccellente interpretazione con celebri monologhi dove si evidenzia, soprattutto, l'istinto dell'essere madre e l'amore per i figli sopra ogni cosa. Per questo ruolo riceve una nomination all'Oscar.


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L'ultimo film, che vede protagonista la celebre coppia diretta da Vittorio De Sica è I girasoli. Un'appassionata storia d'amore tra Giovanna e Antonio, che li vede felici e innamorati nella prima parte fino a quando la guerra li dividerà per sempre. Un altro ruolo intenso e drammatico in cui, questa volta, presta la sua energia nel ritrovare suo marito fino in Russia, dove è dato per disperso. Nel 1970 riceve un altro David di Donatello come miglior attrice protagonista.


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Gli anni settanta


Nessun'attrice italiana ha mai raggiunto una così solida e duratura popolarità internazionale. Al successo professionale si aggiunge la gioia della maternità quando, dopo due tentativi sfortunati, nascono due figli: Carlo Jr. nel 1968 ed Edoardo nel 1973.

Nel 1971 è protagonista della commedia La mortadella di Mario Monicelli con Gigi Proietti e Danny DeVito (suo primo ruolo cinematografico). Dello stesso anno è il film La moglie del prete, diretta da un altro grande regista della commedia all'italiana Dino Risi, ancora una volta in coppia con Marcello Mastroianni. Nel 1972 veste i panni di una suora nella commedia di Alberto Lattuada Bianco, rosso e..., a fianco di Adriano Celentano.


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Nel 1974 torna sul grande schermo con un ruolo drammatico e intenso, diretta per l'ultima volta dal grande regista che la rese celebre Vittorio De Sica, in Il viaggio. Il film è tratto da una novella di Luigi Pirandello e come partner maschile è presente Richard Burton. Per questa interpretazione si aggiudica il suo quinto David di Donatello.

Del 1977 è il film Una giornata particolare del maestro Ettore Scola, in coppia con Marcello Mastroianni. Interpreta Antonietta, una madre di sei figli che trascorre la propria esistenza chiusa in casa, anche nel giorno particolare (il 3 maggio 1938, in cui Adolf Hitler visita la capitale italiana). Un personaggio fragile e sottile che attraverso sguardi carichi di passione verso il suo inquilino Gabriele, e profondi silenzi, Sophia Loren fa emergere la disperazione di questa donna celata dietro conformismi nell'epoca del fascismo, tratteggiando, così, uno dei più riusciti personaggi della sua carriera, in uno dei più bei film del cinema italiano. Vince il sesto David di Donatello, nella ventiduesima edizione del premio.


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Dagli anni ottanta ad oggi



Il 15 aprile del 1978, un'inchiesta della Guardia di Finanza coinvolse l'attrice e il marito Carlo Ponti: furono accusati di aver portato all'estero 10 miliardi di lire, con il paravento di film in coproduzione. Nel 1982, a seguito di vecchi problemi con il fisco italiano, viene persino incarcerata con l'accusa di frode fiscale restando per 17 giorni nel penitenziario di Caserta. Le responsabilità della frode sono state poi attribuite al suo commercialista, ma il danno di immagine verso l'opinione pubblica italiana non è stato così facile da rimediare.

Per il resto gli anni ottanta si segnalano quasi esclusivamente per partecipazioni a produzioni televisive: Sophia: Her Own Story tv-movie autobiografico per la televisione americana tratto dal suo omonimo libro, Madre coraggio (1986), Mamma Lucia e il remake de La ciociara (1988), di Dino Risi: l'unica deludente eccezione è il film Qualcosa di biondo (1984) in cui recita accanto al figlio Edoardo.


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Nel 1991 riceve il Premio Oscar alla carriera. A consegnare la statuina all'attrice è Gregory Peck, che a sua volta aveva ricevuto l'ambito premio dalla Loren nel 1963.

Il 29 marzo del 1993 insieme al suo partner per eccellenza Marcello Mastroianni annuncia l'Oscar alla carriera a Federico Fellini.
Le impronte di Sophia Loren sul piazzale del Grauman's Chinese Theatre, Los Angeles (California).


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Nel 1994 Robert Altman l'ha voluta in Prêt à porter: trent'anni dopo replica, con arguta ironia, lo spogliarello per Marcello Mastroianni di Ieri, oggi e domani. Per l'interpretazione fu candidata a un Golden Globe. L'anno successivo è stata la partner di Jack Lemmon e Walter Matthau in That's Amore - Due improbabili seduttori, mentre nel 1997 ha interpretato la mamma di un ragazzo ebreo che vuol diventare comunista in Soleil di Roger Hanin.





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Nel 1999 è Sofia Loren a consegnare l'Oscar al miglior film straniero a Roberto Benigni.

Verso la fine del 2001, viene scelta come testimonial per la campagna pubblicitaria "L'ultima buona azione della Lira". Nel 2002 è stata la protagonista di Cuori estranei, diretta dal figlio Edoardo Ponti, e nel 2004 di Peperoni ripieni e pesci in faccia di Lina Wertmuller: ma i maggiori successi li riscontrerà con le fiction Francesca e Nunziata (2001), sempre della Wertmüller, recitando accanto a Claudia Gerini e Raul Bova e La terra del ritorno (2004), in coppia con Sabrina Ferilli. Ha preso parte nello spot pubblicitario della TIM, insieme a Christian De Sica e all'ex velina Elisabetta Canalis, dove interpretava una suora.

Nel 2006 ha posato per il Calendario Pirelli 2007. Nel febbraio 2007 esce il film Saturno contro di Ferzan Ozpetek, la cui colonna sonora contiene la traccia Zoo be zoo be zoo interpretata da Sophia. Il 22 febbraio 2009, durante la notte degli Oscar, ha premiato, insieme ad altre attrici, la vincitrice della statuetta nella categoria di miglior attrice protagonista, Kate Winslet. Infine, sempre nel 2009, dopo diversi anni di assenza dalla cinematografia, è chiamata da Rob Marshall per interpretare la madre del protagonista in Nine, omaggio musical a 8½ di Fellini.

Nel 2010 torna in TV ed è la protagonista della miniserie La mia casa è piena di specchi, ispirata al romanzo autobiografico della sorella Maria Scicolone. Sophia, in un'operazione unica nel suo genere, interpreta sua madre Romilda. Risiede attualmente a Ginevra[6]. Nel 2011 per la prima volta nella sua carriera doppia il film d'animazione Disney-Pixar Cars 2, dove ha il ruolo di Zia Topolino.

Il 4 maggio 2011 l'Academy di Los Angeles ha voluto celebrare la carriera dell'attrice italiana con una serata a lei interamente dedicata. Personaggi come Billy Crystal, John Travolta, Christina Ricci, Joe Camp, Eva Mendes hanno partecipato alla serata per ripercorrere insieme a lei la sua lunga carriera con documenti tratti dai suoi film al Samuel Goldwyn Theater di Beverly Hills.


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Premi e riconoscimenti
1984

Tra i riconoscimenti ricevuti figurano la Coppa Volpi, vinta nel 1958 per Orchidea nera di Martin Ritt, il premio per la migliore interpretazione al Festival di Cannes nel 1960 per La ciociara, il BAFTA quale attrice internazionale dell'anno e il già citato Oscar nel 1962 per La ciociara.

Nel 1991, in Francia, è stata insignita della Legion d'Onore; lo stesso anno le è stato assegnato l'Oscar alla carriera. Nel 1994 ha ottenuto anche l'Orso d'oro alla carriera al festival di Berlino. Nel 1997 il Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro l'ha insignita del titolo di Cavaliere della Repubblica.

Nel 1998 ha ricevuto il Leone d'oro alla carriera alla Mostra del cinema di Venezia e il Globo d'oro alla carriera che le viene assegnato dalla stampa estera in Italia. La star internazionale però era assente a causa di problemi di salute e a ritirare il premio al Lido c'erano il marito Carlo Ponti e i suoi due figli. Nel 2003 riceve lo IOMA alla carriera.

Il 10 febbraio 2006 ha partecipato alla cerimonia di apertura di Torino 2006 portando, per la prima volta nella storia, insieme ad altre 7 celebri donne, la bandiera olimpica. Il 20 ottobre 2007 riceve il Premio Campidoglio a Roma. Il 21 maggio 2009 entra nel Guinness dei Primati come l'attrice italiana più premiata al mondo.


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Premio Oscar
1962 - Oscar alla miglior attrice, per La ciociara
1965 - Candidata all'Oscar alla miglior attrice, per Matrimonio all'italiana
1991 - Oscar alla carriera

Mostra del cinema di Venezia
1958 - Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile, per Orchidea nera
1998 - Leone d'oro alla carriera

Golden Globe:
1960 - Candidata al Golden Globe per la migliore attrice in un film commedia o musicale, per La baia di Napoli
1964 - Miglior attrice del mondo
1965 - Miglior attrice del mondo e candidata al Golden Globe per la migliore attrice in un film commedia o musicale, per Matrimonio all'italiana
1966 - Candidata al premio Miglior attrice del mondo
1969 - Miglior attrice del mondo
1971 - Candidata al premio Miglior attrice del mondo
1977 - Miglior attrice del mondo
1995 - Golden Globe alla carriera e Candidata al Golden Globe per la migliore attrice in un film commedia o musicale, per Prèt-à-Porter

Nastro d'argento:
1961 - Nastro d'argento alla migliore attrice protagonista, per La ciociara
1964 - Candidata al Nastro d'argento alla migliore attrice protagonista, per Ieri, oggi e domani
1965 - Candidata al Nastro d'argento alla migliore attrice protagonista, per Matrimonio all'italiana
1968 - Candidata al Nastro d'argento alla migliore attrice protagonista, per C'era una volta
1978 - Nastro d'argento alla migliore attrice protagonista, per Una giornata particolare

Festival di Cannes:
1961 - Prix d'interprétation féminine per La ciociara

BAFTA:
1961 - BAFTA alla migliore attrice internazionale per La ciociara



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David di Donatello:
1961 - David di Donatello per la migliore attrice protagonista per La ciociara
1964 - David di Donatello per la migliore attrice protagonista per Ieri, oggi e domani
1965 - David di Donatello per la migliore attrice protagonista per Matrimonio all'italiana
1970 - David di Donatello per la migliore attrice protagonista per I girasoli
1974 - David di Donatello per la migliore attrice protagonista per Il viaggio
1978 - David di Donatello per la migliore attrice protagonista per Una giornata particolare
1984 - Premio speciale
1999 - David di Donatello alla carriera

Walk of Fame
Stella per il suo contributo all'industria cinematografica

Telegatto:
2001 - Premio alla carriera

Premio Ioma:
2003 - Premio alla carriera

Taormina Film Festival:
2012 - Taormina Art Award


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Vita privata

Con Carlo Ponti la Loren si sposò due volte: prima nel settembre 1957, ma poiché il divorzio all'epoca non era legale in Italia e i due sposi rischiavano accuse di concubinato (Loren) e bigamia (Ponti), si trasferirono in Francia dove divennero cittadini francesi. Allora, Ponti poté divorziare dalla prima moglie Giuliana Fiastri e quindi lui e Sofia Loren si sposarono una seconda volta il 9 aprile 1966 a Sèvres. Ebbero due figli, Carlo Ponti (Carlo Jr) ed Edoardo Ponti, nati nel 1968 e nel 1973.


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Influenze nella cultura popolare

Sergio Endrigo le ha dedicato la canzone Sophia, pubblicata su 45 giri nel 1969
La cantante Mirella Felli nel 1991 (deceduta prematuramente nel 2003), l'ha omaggiata con la canzone Sofia, tratta dall'album Storie Scomode.
Il cantante Gigi D'Alessio ha scritto e interpretato una canzone dedicata a lei intitolata Donna Sofì.

Filmografia


non accreditata:

Cuori sul mare, regia di Giorgio Bianchi (1950)
Quo vadis?, regia di Mervyn LeRoy (1951)
Anna, regia di Alberto Lattuada (1951)
Ergastolo, regia Luigi Capuano (1952)

come Sofia Scicolone:

Il voto, regia di Mario Bonnard (1950)
Io sono il Capataz, regia di Giorgio Simonelli (1951)
Milano miliardaria, regia di Vittorio Metz, Marcello Marchesi e Marino Girolami (1951)
Il mago per forza, regia di Vittorio Metz, Marcello Marchesi e Marino Girolami (1951)
Il sogno di Zorro, regia di Mario Soldati (1952)

come Sofia Lazzaro:

Le sei mogli di Barbablù, regia di Carlo Ludovico Bragaglia (1950)
Totò Tarzan, regia di Mario Mattòli (1950)
Il padrone del vapore, regia di Mario Mattòli (1951)
Lebbra bianca, regia di Enzo Trapani (1951)
Era lui... sì! sì!, regia di Vittorio Metz, Marcello Marchesi e Marino Girolami (1951)
La favorita, regia di Cesare Barlacchi (1952)
È arrivato l'accordatore, regia di Duilio Coletti (1952)



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come Sophia Loren:

Luci del varietà, regia di Federico Fellini e Alberto Lattuada (1951)
Pellegrini d'amore, regia di Andrea Forzano (1953)
La tratta delle bianche, regia di Luigi Comencini (1953)
Due notti con Cleopatra, regia di Mario Mattòli (1953)
La domenica della buona gente, regia di Anton Giulio Majano (1953)
Africa sotto i mari, regia di Giovanni Roccardi (1953)
Ci troviamo in galleria, regia di Mauro Bolognini (1953)
Carosello napoletano, regia di Ettore Giannini (1954)
Un giorno in pretura, regia di Steno (1954)
Tempi nostri, regia di Alessandro Blasetti (1954)
Il paese dei campanelli, regia di Jean Boyer (1954)
Peccato che sia una canaglia, regia di Alessandro Blasetti (1954)
Miseria e nobiltà, regia di Mario Mattòli (1954)
Attila, regia di Pietro Francisci (1954)
Aida, regia di Clemente Fracassi (1954)
L'oro di Napoli, regia di Vittorio De Sica (1954)
Il segno di Venere, regia di Dino Risi (1955)
La bella mugnaia, regia di Mario Camerini (1955)
Pane, amore e..., regia di Dino Risi (1955)
La donna del fiume, regia di Mario Soldati (1955)
La fortuna di essere donna, regia di Alessandro Blasetti (1956)
Il ragazzo sul delfino (Boy on a Dolphin), regia di Jean Negulesco (1957)
Orgoglio e passione (The Pride and the Passion), regia di Stanley Kramer (1957)
Timbuctù (Legend of the Lost), regia di Henry Hathaway (1957)
Desiderio sotto gli olmi (Desire Under the Elms), regia di Delbert Mann (1958)
La chiave (The Key), regia di Carol Reed (1958)
Orchidea nera (The Black Orchid), regia di Martin Ritt (1958)
Un marito per Cinzia (Houseboat), regia di Melville Shavelson (1958)
Quel tipo di donna (That Kind of Woman), regia di Sidney Lumet (1959)
Il diavolo in calzoncini rosa (Heller in Pink Tights), regia di George Cukor (1960)
La baia di Napoli (It Started in Naples), regia di Melville Shavelson (1960)
La miliardaria (The Millionairess), regia di Anthony Asquith (1960)
Olympia (A Breath of Scandal), regia di Michael Curtiz (1960)
La ciociara, regia di Vittorio De Sica (1960)
El Cid, regia di Anthony Mann (1961)
Madame Sans-Gêne, regia di Christian-Jaque (1961)
Boccaccio '70, episodio La riffa, regia di Vittorio De Sica (1962)
I sequestrati di Altona, regia di Vittorio De Sica (1962)
Il coltello nella piaga (Le couteau dans la plaie), regia di Anatole Litvak (1962)
Ieri, oggi, domani, regia di Vittorio De Sica (1963)
La caduta dell'impero romano (The Fall of the Roman Empire), regia di Anthony Mann (1964)
Matrimonio all'italiana, regia di Vittorio De Sica (1964)
Operazione Crossbow (Operation Crossbow), regia di Michael Anderson (1965)
Lady L, regia di Peter Ustinov (1965)
Judith, regia di Daniel Mann (1965)
Arabesque, regia di Stanley Donen (1966)
La contessa di Hong Kong (A Countess from Hong Kong), regia di Charlie Chaplin (1967)
C'era una volta..., regia di Francesco Rosi (1967)
Questi fantasmi, regia di Renato Castellani (1968)
I girasoli, regia di Vittorio De Sica (1970)
La mortadella, regia di Mario Monicelli (1971)
La moglie del prete, regia di Dino Risi (1971)
Bianco, rosso e..., regia di Alberto Lattuada (1972)
L'uomo della Mancha (Man of La Mancha), regia di Arthur Hiller (1972)
Breve incontro (Brief Encounter), regia di Alan Bridges (1974) TV
Il viaggio, regia di Vittorio De Sica (1974)
L'accusa è: violenza carnale e omicidio (Verdict), regia di André Cayatte (1974)
La pupa del gangster, regia di Giorgio Capitani (1975)
Cassandra Crossing (The Cassandra Crossing), regia di George Pan Cosmatos (1976)
Una giornata particolare, regia di Ettore Scola (1977)
Angela - il suo unico peccato era l'amore... il suo unico amore era il figlio (Angela), regia di Boris Sagal (1978)
Fatto di sangue fra due uomini per causa di una vedova, si sospettano moventi politici, regia di Lina Wertmüller (1978)
Obiettivo Brass (Brass target), regia di John Hough (1978)
Bocca da fuoco (Firepower), regia di Michael Winner (1979)
Qualcosa di biondo, regia di Maurizio Ponzi (1984)
Madre Coraggio (1986) TV
Mamma Lucia, regia di Stuart Cooper (1988) TV
La ciociara, regia di Dino Risi (1988) TV
Sabato, domenica e lunedì, regia di Lina Wertmüller (1990)
Prêt-à-Porter, regia di Robert Altman (1994)
That's Amore - Due improbabili seduttori (Grumpier Old Men), regia di Howard Deutch (1995)
Soleil, regia di Roger Hanin (1997)
Francesca e Nunziata, regia di Lina Wertmüller (2001) TV
Cuori estranei (Between Strangers), regia di Edoardo Ponti (2002)
Peperoni ripieni e pesci in faccia, regia di Lina Wertmüller (2004)
La terra del ritorno, regia di Jerry Ciccoritti (2004) TV
Nine, regia di Rob Marshall (2009)
La mia casa è piena di specchi, regia di Vittorio Sindoni (2010) TV
Cars 2 regia di Brad Lewis e John Lasseter (2011) film d'animazione (doppiatrice)


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Film e documentari su Sophia Loren

Le dee dell'amore (The Love Goddesses) documentario di Saul J. Turell - filmati di repertorio (1965)
Sophia: Ieri, Oggi, Domani, regia di Massimo Ferrari - documentario (2007)

Discografia parziale

Singoli

1957 - S'agapò/Paola Orlandi Adoro te (RCA Italiana, 45N 0585, 7")
Che m'e'mparato a fà/I wanna a guy (RCA, A25V-0473, 10" a 78 giri)
Addio amore (Polydor, 2050012, 7")

Doppiatrici italiane
« la Loren quando recitava in inglese trascurava di doppiarsi per la versione italiana. [...] Simoneschi e Savagnone, straordinarie professioniste, hanno saputo capitalizzare al meglio la recitazione "corporea" della Loren, ma la decisione di quest'ultima appare sinceramente discutibile, e pretestuose le addotte difficoltà nel recarsi in Italia per le grane giudiziarie conseguenti al matrimonio per procura celebrato in Messico con Carlo Ponti, già sposato e quindi accusato di bigamia[7] »

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Sophia Loren è stata doppiata dalle seguenti doppiatrici:

Lydia Simoneschi in: Orchidea Nera, Timbuctù, Orgoglio e passione, Un marito per Cinzia, Il diavolo in calzoncini rosa, Desiderio sotto gli olmi, Quel tipo di donna, Olympia, La chiave, Il paese dei campanelli, Due notti con Cleopatra (solo nel ruolo di Cleopatra), Attila
Rita Savagnone in: Lady L, Judith, Operazione Crossbow, Arabesque, La contessa di Hong Kong, Cassandra Crossing, Obiettivo Brass, L'uomo della Mancha
Rosetta Calavetta in Pellegrini d'amore
Miranda Bonansea in Due notti con Cleopatra (solo nel ruolo di Nisca)
Adriana De Roberto in La domenica della buona gente
Renata Marini in Africa sotto i mari
Clara Bindi in Ci troviamo in galleria
Renata Tebaldi in Aida



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Onorificenze
Dama di gran croce dell'Ordine al merito della Repubblica italiana - nastrino per uniforme ordinaria Dama di gran croce dell'Ordine al merito della Repubblica italiana
— Roma, 26 giugno 1996[8]
Cavaliere Grand’Ufficiale dell’Ordine di Sant'Agata (Repubblica di San Marino) - nastrino per uniforme ordinaria Cavaliere Grand’Ufficiale dell’Ordine di Sant'Agata (Repubblica di San Marino)
— San Marino, 9 dicembre 2012
Note

^ a b AA.VV. Sophia Loren in Treccani.it - Enciclopedie on line. Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 15 marzo 2011
^ Sophia Loren Documentary and Interview , Part One - YouTube
^ Stefano Masi-Enrico Lancia, Sophia Loren, Gremese editore
^ www.time.com/time/covers/0,16641,19620406,00.html
^ Sophia (Sofia) Loren Receives Honorary Oscar (1991) - YouTube
^ oggi
^ Il mondo dei doppiatori, doppiocinema.net, libro "Sophia Loren" di Stefano Masi ed Enrico Lancia
^ Sito web del Quirinale: dettaglio decorato.


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wikipedia org


Edited by momolindo - 2/1/2013, 16:51
 
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Mai finirà perchè sei parte dei miei ricordi,parte della mia vita e ciò che mi hai dato,ciò che ti ho dato sempre vivrà!

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Mamma Sophia: "Omaggio a Napoli e alle donne: ecco il film con mio figlio"

La Loren sul set a 79 anni per “La voce umana” di Cocteau tradotta da Erri De Luca in napoletano





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Sophia Loren a passeggio per le strade di Napoli






NAPOLI - "Questo film è un omaggio a Napoli, ma prima di tutto al coraggio e alla dignità delle donne. La mia Angela non è una vittima, ma una donna che si batte per il suo amore». Sono trascorse ventiquattro ore dall’ultimo ciak, Sophia Loren torna a respirare dopo il bagno di folla che l’ha accolta nei vicoli del Pallonetto a Santa Lucia per la fine delle riprese di "La voce umana". Il corto, diretto dal figlio Edoardo Ponti, tratto dalla pièce di Jean Cocteau, è stato tradotto in napoletano e adattato da Erri De Luca che firma la sceneggiatura con Ponti. La storia è ambientata quasi tutta all’interno di una camera da letto creata negli studi De Paolis a Roma da Maurizio Sabatini, alla fotografia c’è il messicano Rodrigo Prieto, costumi firmati dal napoletano Mariano Tufano.


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La Loren è al solito altera nella sua sensualità mediterranea. A 79 anni, l’attrice è stata sempre la prima e l’ultima ad andare via dal set, per concentrarsi sul copione che lei stessa ha voluto in napoletano. Il film, prodotto dalla MasiFilm del 35enne Massimiliano Di Lodovico, sarà presentato in autunno probabilmente al Teatro San Carlo e a Parigi per i 50 anni della morte di Cocteau.


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Signora Loren, aveva 14 anni quando Anna Magnani portò sul grande schermo "La voce umana" diretta da Rossellini. Perché ha scelto questo testo?

«Quella magistrale interpretazione è stata uno dei motivi che mi hanno spinto a diventare attrice. Il ruolo di Angela era un sogno che avevo da quarant’anni. E mio figlio durante la preparazione mi ha proibito di rivedere il film con la Magnani».

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Che sensazione ha provato ad essere diretta da suo figlio?
«Emozione: Edoardo mi ha voluto fare un regalo straordinario, ha pensato a questo film per farmi sentire al cento per cento me stessa. C’è voluta molta concentrazione, nel personaggio di Angela c’è tutta la mia vita. Ho affrontato una preparazione dura: io che in genere ho sempre recitato in maniera istintiva, per questo ruolo ho studiato più di un mese».

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E’ sempre attuale il testo di Cocteau?
«Come nella pièce, il film si svolge in una camera da letto, Angela è al telefono con il suo amore che l’ha lasciata, la voce dell’uomo (Enrico Lo Verso, ndr) non si sente mai. Lei è forte, è più intelligente di lui che è fuggito e schiva le sue domande. Volevamo raccontare una storia di una donna determinata, in un periodo nel quale si parla spesso di violenza sulle donne».

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Gli esterni sono stati girati per la maggior parte nella sua Napoli: Palazzo Reale, Palazzo dello Spagnuolo rione Sanità e Santa Lucia.

«Nel film c’è la Napoli degli anni Cinquanta che ho conosciuto nella mia adolescenza. Napoli mi ha accolto con tutto il suo affetto, ma anche con grande garbo e rispetto. Le scene esterne sono flashback della vita passata di Angela, Edoardo ha voluto che ci fossero lampi di memorie e gesti che ogni innamorato ha potuto vivere almeno una volta».


Come è stato lavorare su Cocteau in napoletano?

«Oltre ad essere un narratore straordinario, Erri De Luca conosce profondamente la lingua napoletana al punto da conservare immutata la poetica del drammaturgo francese. E io ci tenevo a recitarlo in napoletano perché a differenza del francese e dell’italiano è una lingua viscerale ed anche perché mi ricorda l’infanzia».


E’ stata a Napoli per tre giorni: quali luoghi ha voluto vedere a fine riprese?

«Sono andata a vedere la strada dove sono cresciuta a Pozzuoli, in via Solfatara, è sempre la stessa. Mi sono commossa, sono tornati tanti ricordi. Con me è venuto Edoardo, è stato un momento molto intenso».


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Il film è prodotto da un giovane, che rapporto ha una diva come lei con le nuove generazioni?
«Dai giovani arriva nuova linfa per il cinema, anche se vanno incoraggiati: Massimiliano sul set a Roma, ad esempio, mi sfuggiva, ho saputo che era imbarazzato e non veniva mai a presentarsi. Allora sono andata da lui, gli ho dato un pizzicotto sulla guancia e mi sono presentata io…».




trovacinema.repubblica.it



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Napoli in delirio per Sofia Loren
«Sei il nostro orgoglio»



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NAPOLI - Quando la Loren scende dall’auto, dai balconi di via Solitaria pieni come i palchi di un teatro scatta l’applauso: «Sofì, sei sempre bella, si’ ’o core ’e Napule!». Quando comincia a girare, passeggiando con Enrico Lo Verso, dalla folla di curiosi assiepati dietro la macchina da presa parte un entusiastico «Buona la prima!» che fa sorridere il regista Edoardo Ponti.


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L’aspettano per ore, Sofia Loren, in quella strada antica a ridosso di piazza del Plebiscito e del Pallonetto che la mano sapiente dello scenografo Maurizio Sabatini ha trasformato in un vicolo degli anni Cinquanta: di qua la bancarella con la trippa e ”’o pere e ’o musso”, di là il carretto con i peperoni gialli e rossi, e poi un povero bar all’aperto con la ghiacciaia per le bibite e le sedie di ferro impilate una sull’altra e il basso scuro trasformato in negozietto di frutta e verdura.



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Dai balconi sventolano panni stesi a nascondere tabelle e condizionatori, i segni della modernità. Passano le comparse vestite da povericristi con la maglia bucata e la coppola in testa, passa una donna con la sporta della spesa di pelle sdrucita sottobraccio e un giovanotto in sella a una Vespa scatarrante. Passano e spassano i curiosi, con la scusa di dover rientrare a casa, arrivano a frotte gli scugnizzi con i capelli a cresta di gallo come Hamsik.

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E poi passa lei, con il tailleurino beige e la sciarpa a pois, i capelli raccolti come si portavano allora, bassi sulla nuca, e la celebre falcata dell’«Oro di Napoli». Cammina sottobraccio a Lo Verso e a volte gli cinge le spalle affettuosa, lui le offre un «coppo» di frattaglie, piccole prelibatezze di un’altra cucina e di un’altra epoca più semplice e meno esigente. Un ciak, due, tre: comincia a piovere, ma non importa, la gente resta là, spintonandosi allegramente perché vuole vedere Sofia Lorèn diretta dal figlio Edoardo. Ad ogni pausa la chiamano a gran voce, la invocano come una madonna pellegrina: «Sofì, sei l’orgoglio di Napoli».

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Lei ringrazia con la mano e manda baci alla gente affacciata ai balconi, saluta gli agenti del servizio d’ordine e le comparse prima di infilarsi nella Mercedes con i vetri oscurati che la riporterà a Roma.
Ultimo giorno di riprese del film «La voce umana», ispirato alla famosa pièce di Jean Cocteau e già portato sullo schermo da Anna Magnani in un episodio di «Amore».


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Ma qui, nella versione intelligente di Edoardo Ponti, il testo è stato tradotto in napoletano e adattato per il grande schermo da Erri De Luca, e la voce della storia - un monologo straziante sulla fine di un amore - viene accompagnata dalle voci dell’intera città che si fanno coro e memoria, dando forza ai ricordi e alla passione. Una produzione giovane e indipendente, la Masi Film, per un cast tecnico di prim’ordine, con il direttore della fotografia di Ang Lee e di Scorsese, Rodrigo Prieto, lo scenografo Maurizio Sabatini come s’è detto, l’arredatore Maurizio Di Clemente e il costumista Mariano Tufano.

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Tre settimane di lavorazione, tra Roma per gli interni, Ostia e Napoli, 25 minuti la durata di un film destinato a girare il mondo. Piove ancora, una pioggerella sottile, quando il regista annuncia alla troupe e al vicolo la fine delle riprese, prima di un ultimo ciak senza attori nel magnifico Palazzo dello Spagnolo, nel rione Sanità. La gente rompe le righe e riempie il set, come in una pacifica invasione di campo per un ultimo sorriso, un ultimo sguardo.


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Edoardo, che effetto le fa questo bagno di folla? Il ritorno di Sofia Loren per i napoletani è sempre un’emozione.
«Ma lei non è mai veramente partita da Napoli, ci viene spesso e la porta nel cuore. In un modo o nell’altro Napoli è sempre nella nostra vita».

Si dice che lei intenda il film come un atto d’omaggio a sua madre. È così?
«Sì, è un omaggio con tanti destinatari: a mia madre, alla città, all’amore e soprattutto alle donne, che stanno vivendo, specialmente in Italia, un momento molto difficile».

Si riferisce ai troppi casi di violenza, alla terribile escalation del femminicidio.
«Certo, e penso sia importante sensibilizzare il pubblico su storie di donne, mostrare la loro forza, il loro carattere nell’amore, dire che sì, una donna può soffrire per amore, ma può avere anche il coraggio di reagire».

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È quello che accade nel film?
«Proprio così, il nostro racconto non ha un finale tragico, la protagonista riprende in mano la sua vita. Ed è questa la differenza sostanziale con la grande performance della Magnani: in quel caso si vedeva una donna rassegnata, qui c’è una persona capace di battersi per il suo uomo. È come in una gara di atletica: il primo passo cambia tutto».

Quali indicazioni di regia ha dato allora a sua madre?
«Le ho detto: ”Non sei una vittima, sei tu la parte forte della coppia”. Ed è così. Lei è anche più intelligente del suo partner, e quando lui divaga e svia la conversazione per non affrontare argomenti dolorosi, finge di non capire. Ma sa. E sa che amarlo è la sua debolezza».

L’uomo, però, non ci fa una gran figura.
«Non voglio renderlo antipatico. È un uomo: un giorno ama e un giorno non ama più. La psicologia maschile è semplice, nei sentimenti. La donna, tra le altre cose, paga le conseguenze del suo sentire più appassionato e complesso».

Alla fine?
«Alla fine devo rispettare il testo. Ma diciamo che ”interpreto” Cocteau».

Dal sodalizio con Erri De Luca era già nato un corto molto bello e molto premiato, «Il turno di notte lo fanno le stelle». Ora su quali linee vi siete mossi?
«La traduzione di Erri ha totalmente cambiato il carattere della protagonista. Vede, il francese è una lingua che si parla dalla testa in giù, è analitico, il napoletano si parla dallo stomaco in su, è viscerale e dà alle parole una forza nuova. Erri ha fatto un lavoro splendido regalando al testo una poesia, un’energia e una delicatezza speciali».


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Le voci di Napoli hanno fatto il resto.
«Abbiamo realizzato un film da un monologo, ed è la cosa più importante. Creando tanti strati, come in una parmigiana di melanzane: c’è la lunga telefonata d’addio, e poi c’è Napoli con le sue voci. Ho pensato che non avremmo potuto ambientare altrove questa storia. È sempre necessario trovare un linguaggio che metta a proprio agio l’interprete e lo aiuti a tirar fuori i sentimenti profondi. In questo caso ancora di più. E la lingua di mia madre è il napoletano. Dovevamo tornare all’originale, a Sofia scritto con la ”effe”».

Le ha dato qualche indicazione, allora, Sofia?
«Le sue indicazioni sono gli sguardi. Mamma arriva a dei momenti di verità, nel film, rari da vedere al cinema. Ha dato tutto».

E lei, quali indicazioni si è dato?
«Mi sono detto: il dramma è nel testo, il nostro lavoro dovrà far emergere il romanticismo e la sensualità dell’amore. Il pubblico deve pensare che per passione vale sempre la pena di battersi e di soffrire».


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Come sono stati i giorni di riprese napoletane per Sofia Loren?
«Di enorme commozione. Per essere di nuovo qui, tra la sua gente, e per il ruolo. Ci pensava da quarant’anni, voleva farlo con tutta se stessa. Ma quarant’anni fa, nel pieno della giovinezza, forse non sarebbe stata credibile: quale uomo degno di questo nome avrebbe lasciato la Loren? Noi invece raccontiamo il dramma di una donna matura di fronte all’amore. Sa che è l’ultimo. E non vuole perderlo».

Sua madre è un’attrice leggendaria. Le ha mai dato preoccupazione confrontarsi con il suo mito?
«È soprattutto un’attrice di grande rigore. Prima di cominciare abbiamo provato per un mese. Non lo aveva mai fatto. Ma qui non poteva affidarsi solo all’istinto, avrebbe avuto la stessa nota emotiva, la stessa sensualità. Mamma ha 78 anni e ancora ci credi che è una donna romanticamente attiva. E l’idea mi piace moltissimo. Un altro modo per rendere omaggio alle donne».

Un bilancio, a riprese finite?
«Sono molto fiero di ciò che ha fatto mia madre. Ma questo lo sapevo già. Ora il mio problema sarà di renderla fiera».
 
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view post Posted on 22/9/2014, 08:50
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SOPHIA LOREN Foto di Alfred Eisenstaedt

Un omaggio alla grande leggenda del cinema italiano, Sophia Loren attraverso gli scatti di Alfred Eisenstaedt, nella foto qui sotto insieme


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In una intervista la Loren disse ricordando con affetto il caro amico fotografo "Eisie deve aver sparato migliaia di foto di me che nessuno ha mai visto" ed ha aggiunto "Quando ho incontrato Eisie, è stato davvero un amore a prima vista. E 'diventato la mia ombra. Ma non ha mai cercato di interferire nella mia vita. No, lui continuava a sparare foto sempre sorridente, ed era felice solo per essere con me, come se fossi a stare con lui! Mi manca. Lui non mi poteva fare alcun male. Mi fidavo di lui così tanto. Lui è uno di quelli che non crescono sugli alberi, come diceva il mio amico Cary Grant "



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Sofia Loren: una mostra per lei a Comacchio dal 28 agosto 2015



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La donna sul fiume il film di Mario Soldati compie 60 anni. Fu girato tra le valli del Po tra Comacchio Lido Volano Taglio della Falce nelle zone paludose di Pila a Porto Tolle e la protagonista del film era una indimenticabile giovane Sofia Loren. Il comune di Comacchio ha voluto omaggiare l’attrice con una mostra allestita allestita a Palazzo Bellini.

La mostra verrà inaugurata il 28 agosto 2015 alle 18 e poi alle 21 nell’Arena di Palazzo Bellini sarà proiettato il film La donna del fiume. La mostra, che sarà visitabile fino al 31 ottobre 2015, propone fotografie di scena e di backstage, foto d’epoca realizzate da Paolo Micalizzi e Giampaolo Guidi, scatti delle location dell’epoca e come sono oggi, manifesti e locandine originali mai esposti prima, ai racconti di chi assistette alle riprese del film di Mario Soldati.


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Lo spettatore sarà incentivato a proseguire l’esperienza vissuta nelle sale di Palazzo Bellini, avventurandosi nell’itinerario cine-turistico La nascita di una nuova stella del cinema: Sophia Loren, promosso dal Centro di Documentazione Cinematografica del Delta del Po, per visionare i luoghi dove sono state girate le scene del film come ad esempio la Manifattura dei Marinati dove Nives (Sofia Loren) era l’operaia che si occupava della lavorazione delle anguille.



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Sofia Loren tra i comacchiesi in due foto in bianco e nero scattate nel 1954, tra una pausa e l'altra del film “La donna del fiume” di Mario Soldati

 
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view post Posted on 29/8/2016, 11:55
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Sophia Loren cittadina onoraria di Napoli






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L'attrice, nata a Roma, è vissuta fin da bambina a Pozzuoli e si è sempre sentita 'napoletana': "Io non sono italiana, ma napoletana"
-agosto 2016



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Sophia Loren è cittadina onoraria di Napoli. Ce n’è voluto di tempo, ma alla fine l’attrice italiana più famosa al mondo ce l’ha fatta. Lei che ha sempre avuto la città vesuviana nel cuore: “Non sono italiana, sono napoletana!” ha detto a più riprese. La proposta è partita dal sindaco Luigi De Magistris, alla prima giunta dopo le elezioni in cui è stato rieletto.

Il primo cittadino ha spiegato: “Voglio sottolineare i sentimenti di amicizia, stima, gratitudine, ammirazione e affetto della città di Napoli per una grande artista, consacrata autentico e assoluto patrimonio di Napoli e dell’intero nostro Paese”. E ancora: “E’ una bellissima cosa. Una delle prime delibere del mio secondo mandato da Sindaco è questa: siamo felicissimi di consacrare il legame tra la città di Napoli e Sophia Loren, che è già di fatto napoletana”.


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La cerimonia si è svolta il 9 luglio: ospiti d’eccezione Domenico Dolce e Stefano Gabbana, che hanno scelto Napoli pure per presentare le collezioni di Alte Artigianalità, con madrina l’attrice. Loren, da parte sua, ha commentato: “Io ho Napoli nel mio dna, venirci è una festa. Napoli mi dà un calore immenso e mi emoziona sempre, sin dalle prime volte, quando ci venivo da ragazzina”.


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Non bisogna dimenticare, infatti, che Sophia Loren è nata a Roma “per una combinazione”. Poche settimane ed era a Pozzuoli, dove è cresciuta. “Quelli erano gli anni della fame, e della guerra: questo per noi, che abitavamo nei dintorni della ferrovia, voleva dire passare tutte le notti sotto il tunnel per via dei bombardamenti. Voleva dire mio zio che portava giù i materassi, e voleva dire topi e scarrafoni nel rifugio”. Poi, dopo Pozzuoli, ecco Napoli: Per me, ancora ragazzina, era soprattutto il gelato con la panna, da Caflish. E anche, quando si poteva, babà e sfogliatelle”.

Sofia Scicolone, di lì a poco, avrebbe iniziato a Roma con il cinema e avrebbe incontrato l’uomo della sua vita, Carlo Ponti, che era pure produttore. Dalla ‘Ciociara’ sarà un continuo successo.




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