Le voci della notte

Maggiociondolo

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view post Posted on 1/3/2011, 21:11
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Mai finirà perchè sei parte dei miei ricordi,parte della mia vita e ciò che mi hai dato,ciò che ti ho dato sempre vivrà!

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Maggiociondolo – Fabaceae

Laburnum anagyroides





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Generalità: piccolo albero deciduo originario dell’Europa centro meridionale, diffusosi anche in Asia e in alcune zone dell’Europa centro settentrionale; ha fusto eretto, talvolta flessuoso, e raggiunge i 6-10 cm di altezza. La chioma è ovale, abbastanza disordinata, la corteccia del fusto è di colore marrone grigiastro, liscia e dall’aspetto sericeo, i rami sono di colore grigio, lisci. Il fogliame è pinnato, costituito da tre piccole foglie ovali, di colore verde chiaro, con la pagina inferiore grigia o biancastra.


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In primavera inoltrata, in genere nel mese di maggio come suggerisce il nome comune della pianta, produce lunghi grappoli di fiori giallo oro, di forma papilionacea, ricordano le infiorescenze del glicine. Ai fiori seguono i frutti, lunghi baccelli scuri che contengono i piccoli semi fertili, simili a piselli marroni. Questi alberelli molto eleganti possono trovare posto in giardino, anche se sono facilmente riscontrabili anche in natura, nelle zone alpine di media altitudine. Nei boschi alpini di media altitudine è presente anche L. alpinum , più resistente al freddo.




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Esposizione: predilige posizioni soleggiate, non teme il freddo, ma può temere climi eccessivamente caldi ed asciutti, come quelli delle zone meridionali ella nostra penisola. Eistono anche varietà ibridi, adatte anche ai luoghi con estati molto calde, come per esempio L. x watereri, con fioritura molto abbondante. I semi del maggiociondolo sono molo velenosi, quindi si consiglia di evitare di porre a dimora queste piante in luoghi molto frequentati dai bambini o dagli animali al pascolo.



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Annaffiature: le piante a dimora da tempo, con un apparato radicale ben sviluppato, si accontentano delle piogge; i giovani alberi da poco posti a dimora vanno annaffiati durante la stagione estiva, attendendo sempre che il terreno sia ben asciutto tra un’annaffiatura e l’altra. In autunno interrare alla base della pianta del concime organico ben maturo, o del concime granulare a lenta cessione.


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Terreno: predilige terreni sciolti e profondi, preferibilmente calcarei, molto ben drenati; tende ad adattarsi abbastanza bene anche in terreni non proprio favorevoli.



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Moltiplicazione: avviene per seme, in primavera; i semi sono fertili solo previa scarificazione, prima di essere interrati è consigliabile passarli con della carta vetrata, per favorire la penetrazione dell’acqua all’interno del seme e permettere al germoglio di svilupparsi. In estate è possibile praticare talee legnose.

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Parassiti e malattie:
in genere non viene attaccato da parassiti o da malattie.

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giardinaggio it


Edited by momolindo - 20/6/2011, 14:17
 
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view post Posted on 31/3/2015, 13:40
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MAGGIOCIONDOLO
liborn (liburn)


Laburnum anagyroides Med.




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Caratteristiche morfologiche:


* Arbusto o piccolo albero, caducifoglio, alto 5 - 10 m.
* Tronco spesso flessuoso.
* Corteccia del fusto bruno verdastra, liscia
* Rami giovani pelosi, grigio verdastri.
* Foglie alterne, trifogliate, con foglioline ellittiche di color grigio verde, pelose sulla pagina inferiore.
* Fiori ermafroditi, papilionacei, gialli, odorosi, peduncolati, in grappoli penduti lunghi fino a 30 cm.
* Frutti: legumi verdi, poi nerasti, contenenti semi molto velenosi (sono tossiche tutte le parti della pianta)



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Caratteristiche biologiche ed ecalogiche:


* Fioritura: da maggio a luglio.
* Impollinazioue entomofila.
* Specie eliofila.
* Sì trova normalmente su suoli superficiali, a ph neutro o basico.
* Specie pioniera e miglioratrice dei sudi tramite labbondante lettiera ed i noduli radicali contenenti batteri che fissano l'azoto atmosferico.



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Si disingue da Laburnum alpinum
per la presenza (a volte) di striatura marroncino
nel petalo,fiori più piccoli e dal grappolo più corto
ricorda che anche il L.alpino è velenoso.



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Sfruttamento del legno, usi e proprietà della pianta.

Il legno, ad alburno giallo chiaro e durame castano scuro, è molto duro e si conserva lungamente anche a contatto del suolo; è pertanto ricercato per pali da vite e per piccoli lavori da tornio; come combu-stibile ha elevato potere calorifico. La corteccia fibrosa si utilizza come i vimini per legacci da vite. Questo bellissimo arbusto nasconde nì se un grave pericolo: esso, znfàtti, è velenoso in ogni sua parte specialmente nei baccelli, per la presenza di citisina un alcaloide tossico che provoca convulsioni dei centri vasomotori e respiratori. L'ingestione di 2 soli semi è sufficiente a produrre intossicazione specialmente nei bambini; può addirittura rendere velenoso il latte delle mucche che hanno wnena brucato i rami di questa pianta.



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Habitat Vive in ambienti umidi e temperati, specie in terreni calcarei.

Altre specie Laburnum alpinum Berch.; anche questo velenoso e facilmente confondibile con Laburnum anagyroides Medicus.

Diffusione Molto comune

Sostanze contenute Alcaloidi tossici (cistina e laburnina).

Parti velenose della pianta Tutta la pianta, anche seccata. Pianta molto velenosa, con le sostanze tossiche concentrate soprattutto nei semi, di colore bruno scuro, e nelle foglie.



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Sintomi dell’avvelenamento Coliche, ipotensione, sudorazione, crampi, problemi di coordinazione, coma.
Con l'ingestione anche di un solo seme si manifesta l'intossicazione con vomito, crampi, sudori freddi; se si mangia un numero sufficiente di semi, nel giro di un'ora circa dall'ingestione, si può arrivare alla morte anche di un individuo adulto.

Antidoto Si intervenga con lavature gastriche, assorbenti, analettici, applicazioni calde, respirazione artificiale, apidermoclisi. (G.Negri - Erbario Figurato - ed Hoepli)

Curiosità Alcuni animali selvatici tuttavia (come lepri, conigli e cervi) se ne possono cibare senza problemi, e per questo in alcune regioni è ritenuta una pianta magica




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Dal libro "Piante velenose" di Appendino- Luciano - Colombo - Gatti. ed. ArabaFenice - Boves

Tutte le parti del maggiociondolo, ed in particolare i suoi semi, sono molto velenosi per la presenza di alcaloidi chinolizidinici, ed in particolare di citisina. I frutti ricordano i baccelli del fagiolo, e possono tentare i bambini ad assaggiarli. In letteratura è anche riportato un caso di avvelenamento collettivo di un gruppo di persone che preparò una frittata con i fiori della pianta, confusi con quelli della robinia. L'avvelenamento grave è molto raro, perché la citisina è molto amara ed è un potente emetico, per cui il gusto repellente ed il vomito aiutano ad evitare il raggiungimento di dosi tossiche di questo alcaloide nel sangue.



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La citisina mima l'azione della nicotina: ha azione irritante sulla mucosa orale, provoca salivazione massiva e vomito prolungato. I sintomi intestinali prevalgono rispetto a quelli neurologici tipici della nicotina (dilatazione della pupilla, delirio, convulsione e paralisi respiratoria). Anche la ginestra contiene citisina, mentre né il maggiociondolo né la ginestra contengono sparteina.



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Il legno del maggiociondolo è molto apprezzato per lavori di tornitura e la fabbricazione di utensili e strumenti musicali. Con l'invecchiamento assume una colorazione scura molto spiccata, che lo fa addirittura somigliare all'ebano. In letteratura è riportato un caso di avvelenamento da maggiociondolo molto curioso, riportato da un farmacista veneto dell'ottocento. Un contadino stava lavorando il legno del maggiociondolo per costruire una ruota proprio vicino al focolare. Alcune scaglie del legno finirono in una pentola dove stava bollendo una minestra di fagioli, che finì per intossicare l'intera famiglia. L'imponenza dei sintomi intestinali osservati fece temere il peggio, ma non morì nessuno.
La citisina ha un profilo farmacologico simile a quello della nicotina, ed ha ispirato la sintesi della vareniclina, un farmaco usato come ausilio per il trattamento della dipendenza da fumo. Anche la citisina è stata usata a questo proposito, con risultati però modesti.



fungoceva.it/





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